 L'annuale Conferenza Internazionale dell'ICSEI (International Congress for School Effectiveness and Improvement) rappresenta un punto di riferimento importante per chi lavora sui temi dell'efficacia e del miglioramento scolastico.
Per questo motivo anche quest'anno l'INVALSI ha preso parte alla Conferenza, con un gruppo di ricercatori e collaboratori di ricerca dell'Area di ricerca Innovazione e Sviluppo dell'INVALSI che coordina il Progetto PON Valu.E.
La Conferenza, dal significativo titolo Crossing Boundaries and Building Bridges (tr.it: Attraversare confini e costruire ponti), si è svolta interamente in modalità virtuale ed è stata incentrata sui cambiamenti e le ripercussioni nel settore educativo dovuti alla pandemia da Covid-19.
L'edizione 2021 ha visto il coinvolgimento di oltre 350 partecipanti internazionali provenienti da 40 differenti Paesi (tra cui Australia, Canada, Cile, Cina, Germania, Kenya, Marocco, Nuova Zelanda, Regno Unito, Ruanda, Singapore, Stati Uniti e, naturalmente, Italia) a cui è stata data la possibilità di seguire ben 123 presentazioni distribuite nell'arco di due settimane, ed esattamente nei giorni 8, 9, 17 e 18 marzo.
Tra i relatori principali, il noto pedagogista finlandese Pasi Sahlberg e l'esperta scozzese Rachel Cowper hanno discusso dell'apprendimento basato sul gioco (play-based learning) e dell'apprendimento all'aperto (outdoor learning), suggerendo che questi approcci abbiano un elevato potenziale per contribuire al miglioramento della scuola nell'educazione post-pandemia.
Di grande interesse anche la relazione dell'analista OCSE Beatriz Pont con Armand Doucet – insegnante canadese vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio di eccellenza per l'insegnamento del Primo Ministro del Canada – sulle risposte educative nel contesto dell'emergenza Covid-19. I due relatori hanno messo a confronto due prospettive diverse ma complementari: da un lato l'analisi delle politiche adottate nei diversi sistemi educativi per affrontare l'emergenza, con l'utilizzo di dati ed evidenze provenienti da indagini comparative; dall'altro l'esperienza “micro” degli insegnanti e dei loro studenti, che hanno vissuto nella pratica i cambiamenti e hanno adottato nuove strategie e risorse.
La Conferenza ha accolto poi alcune sessioni speciali, tavole rotonde e conversazioni sull'educazione a cura dei network presenti all'ICSEI, mentre nelle sessioni parallele si sono alternate molte presentazioni di lavori di ricerca.
Dedichiamo in questa sede un primo approfondimento alla sessione speciale del 3P Network, che ha messo a confronto le voci degli studenti e dei decisori politici sul futuro dell'educazione.
Le voci degli studenti e dei decisori politici sul futuro dell'educazione
Qual è stato l'impatto della pandemia sugli studenti delle scuole superiori? E che tipo di risposte hanno dato i decisori politici alle nuove e impellenti esigenze di riorganizzazione del sistema scolastico?
La rete delle 3P – che coinvolge i policymaker, politici e professionisti in campo educativo – ha provato a mettere a confronto queste due diverse prospettive nella sessione speciale The Future of Education: Student Voices & Reflections from Policy Makers.
Sara Romiti, ricercatrice dell'INVALSI e co-coordinatrice della rete 3P, ha moderato l'incontro e introdotto i vari ospiti, a cominciare dall'OBESSU – l'Ufficio organizzativo dei sindacati studenteschi delle scuole europee. A febbraio 2021 l'OBESSU ha organizzato alcuni focus group coinvolgendo studenti di 13 paesi europei, tra cui l'Italia. Per Gilda Isernia, portavoce di OBESSU, le istanze principali emerse dalla voce degli studenti delle scuole superiori hanno riguardato l'accessibilità all'istruzione e la qualità dell'apprendimento nell'attuale fase pandemica. Con la didattica a distanza, infatti, molti studenti sono “scomparsi” dalle classi, e coloro che sono rimasti connessi hanno segnalato una ridotta capacità di attenzione, una riduzione del benessere personale e – in alcuni casi – una diminuzione della salute mentale. Un altro aspetto emerso come problematico è stato quello della valutazione condotta a distanza, che ha comportato stress e ansia tra i giovani.
La parola è poi passata alle altre ospiti, tre figure che, ricoprendo incarichi di responsabilità nell'amministrazione scolastica, hanno contribuito ad assumere decisioni rilevanti in tre sistemi scolastici europei, ossia in Austria, Catalogna (Spagna) e Lituania.
Mar Camacho, Direttrice generale per l'innovazione e la cultura digitale nel Dipartimento per l'istruzione della Catalogna, ha riportato l'impegno della propria amministrazione scolastica per la trasformazione digitale delle scuole. La regione autonoma della Catalogna, infatti, ha risposto alla crisi con un Piano triennale per l'educazione digitale, che sta portando la fibra ottica e il wi-fi negli istituti e rifornendo di computer portatili gli insegnanti e gli studenti delle scuole superiori. La sfida della Catalogna è stata quella di limitare al massimo la chiusura delle scuole e di continuare il più possibile ad assicurare un servizio educativo in presenza.
Jolanta Urbanovic, già Viceministro dell'Istruzione, Scienze e Sport della Lithuania, nonché docente presso l'Università Mykolas Romeris, ha sottolineato come prendere decisioni durante la pandemia abbia richiesto soluzioni urgenti, ma le conseguenze di tali decisioni erano spesso non prevedibili. Le decisioni che hanno causato più tensioni – nel suo paese così come in altri – hanno riguardato la riapertura delle scuole dopo la quarantena, la disponibilità e la qualità dei contenuti digitali, l'organizzazione degli esami di maturità.
Infine, Iris Rauskala, già Ministro dell'Istruzione austriaca e attuale Direttrice generale per la digitalizzazione, l'equità di genere e la diversità, ha evidenziato che la didattica a distanza ha rappresentato l'approccio prevalente in Austria; tuttavia, le scuole sono rimaste comunque aperte per supportare i bambini e ragazzi con maggiori difficoltà. Tra le misure adottate dal governo austriaco, la fornitura di dispositivi mobili e di connettività per gli studenti bisognosi, la presenza di un servizio di sostegno psicologico e dei servizi per il benessere dei giovani.
La sessione è stata un'occasione per un confronto tra punti di vista diversi, quello delle associazioni studentesche e quello delle amministrazioni scolastiche, ma anche per conoscere meglio e porre a confronto diversi sistemi scolastici europei, che hanno affrontato criticità simili tramite l'attuazione di politiche scolastiche di emergenza.
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