Per problemi di visualizzazione clicca qui

Newsletter 20 | Ottobre 2023
Codice ISSN 2532-8794

<< Pagina indice
Gli esperti di valutazione innovativa a confronto

Gli Esperti per la conduzione delle visite di Follow Up sono ventuno e sono stati individuati dalla Determina n. 140/2018 del Direttore Generale dell'INVALSI per la valutazione esterna delle scuole nell'ambito del Sistema Nazionale di Valutazione (l'SNV, disciplinato dal D.P.R. 80/2013) e per lo svolgimento di attività di studio e ricerca nell'ambito del progetto PON Valu.E. Negli anni 2021/22 hanno partecipato a un percorso formativo sulla piattaforma INVALSI per la formazione a distanza Valu.Elearn, cui è dedicato un box interno di approfondimento in questo stesso articolo. La Redazione di Valu.Enews ha incontrato alcuni Esperti, provenienti dalle tre macroaree regionali in cui è stato attivo il Progetto, per raccogliere brevi riflessioni sul lavoro svolto e le priorità d'indirizzo futuro.

 

«Essere incaricati di fornire un feedback rispetto a un progetto istituzionale di valutazione innovativa svolto in prossimità con le scuole non può certo significare che l'Esperto arrivi a suggellare la chiusura di un progetto, quanto piuttosto a fare il punto per elaborare una traccia di futuro» è la considerazione di Maria Veronico, Dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo Ceglie e referente in tema di Alternanza Scuola-Lavoro/PCTO presso l'Ufficio Scolastico Regionale pugliese, nell'ambito degli incontri nazionali di formazione degli Esperti di valutazione innovativa nell'ambito dell'attività di Ricerca/Azione Valu.E for Schools, incaricati delle visite presso le scuole partner sparse sulle tre Macroaree regionali del nostro Paese (Nord, Centro, Sud e Sardegna). 

 

«La possibilità, specie per un Dirigente scolastico e componente dei Nuclei Esterni di Valutazione (NEV) nell'ambito del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), di partecipare al programma formativo di aggiornamento delle competenze di valutazione del personale scolastico promosso dall'Area di ricerca Innovazione e sviluppo dell'INVALSI mediante le azioni del Progetto PON Valu.E ha significato, in particolare, approfondire gli elementi strategici per favorire una valutazione scolastica innovativa informata sulle più recenti buone pratiche nazionali e internazionali. Sono elementi di cui fare tesoro nel valutare le principali ricadute del progetto sulle singole realtà scolastiche partner di Valu.E for Schools, a partire dalla nostra analisi dei cambiamenti via via introdotti nella redazione dei documenti strategici d'istituto» ha messo in luce ancora Veronico.

 

«Da sempre sono profondamente convinta della validità di questo tipo di interventi in partnership con le scuole e confido che, anche grazie al nostro lavoro di ricognizione dei principali cambiamenti realizzati, un numero sempre maggiore di scuole possa usufruire in futuro di proposte di ricerca come queste per l'intero territorio nazionale» ha rimarcato Veronico

 

Un lavoro per la scuola e nella scuola su cui si è soffermata anche l'Esperta INVALSI Laura Ceccacci, docente di materie umanistiche e componente dell'équipe formativa per il PNSD – Piano Nazionale Scuola Digitale della regione Marche: «Penso che i percorsi di ricerca Valu.Elearn e Valu.E for Schools abbiano rappresentato una proficua occasione di crescita professionale e un contributo per ravvivare la comunità scolastica: una comunità stratificata, variegata, complessa. Ma è proprio la complessità della scuola, insieme alle criticità che la scuola tuttora presenta, a configurare un insieme di opportunità su cui, come Esperti di valutazione, abbiamo avuto il compito di far luce. Le scuole partner, del resto, percepiscono gli Esperti stessi come integrati alla comunità scolastica, intesa in senso ampio. Nel corso dei miei dieci anni di collaborazione con l'INVALSI posso testimoniare la continuità di percorsi di supporto alla crescita collettiva e al miglioramento comune della scuola».

 

Si tratta di temi importanti, soprattutto per la collaborazione delle scuole con le Aree interne, quelle più lontane dai centri infrastrutturali e urbani: «Personalmente sto lavorando con le scuole partner del Progetto Valu.E for Schools nel Centro Italia: si tratta di comunità significativamente coese in cui le scuole collaborano costantemente con i territori all'insegna di una interconnessione molto forte. L'approccio che dobbiamo tenere a mente si muove nel senso di una scuola di comunità: la comunità è parte del lavoro scolastico e la scuola si impegna per arricchire la comunità di riferimento».

 

Lo sguardo non può che correre, anche in retrospettiva, alla ripresa dopo il lungo intervallo del Covid: «La preoccupazione di tenere le scuole partner in rete è diventata il valore aggiunto di un periodo critico, una fotografia che ha restituito l'immagine di una scuola che si muove, che è rimasta attiva nonostante tutto, che ha saputo mostrarsi resiliente e portatrice di uno sguardo proiettato avanti grazie alla passione e al lavoro di tutti». 

 

Un capitale umano di cui la ricerca ha beneficiato all'intersezione tra più livelli, quello dell'amministrazione centrale, quello accademico, quello delle scuole stesse: «Prima ancora di acquisire i feedback finali di tutte le scuole, mi sento sin d'ora di affermare come il Progetto PON Valu.E abbia consentito l'acquisizione di una pluralità di punti di vista sullo stato di numerosissime realtà scolastiche del nostro Paese. In questo senso, ritengo che anche il contributo di ricerca proveniente dalle università coinvolte nel Progetto abbia potuto beneficiare fortemente dell'esperienza diretta delle persone che ogni giorno lavorano nelle scuole, in un'ottica di reciprocità al rialzo per tutti i soggetti coinvolti» ha concluso Ceccacci

 

Proprio dall'intersezione tra scuole, università e territori trae le mosse l'intervento di Alessandro Sacchella, docente presso il Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA) di Gavardo (Brescia) e Coordinatore dei Laboratori di Scienze della Formazione presso la sede bresciana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: «Oggi la sinergia tra più livelli diversi ma tutti in dialogo tra loro rappresenta uno tra gli aspetti qualificanti dei progetti di autovalutazione innovativa, ove all'istituzione centrale di ricerca – nel caso particolare l'INVALSI – è spettato il compito di intercettare i bisogni formativi del personale scolastico. Le università sono del resto sempre più consapevoli del proprio ruolo di pari nel sistema, un sistema di formazione del personale scolastico che sta diventando via via più collaborativo: vale a dire che non ci si aspetta più che l'università ci porti qualcosa di inedito, mentre è via via diventata fondamentale soprattutto la collaborazione universitaria con le scuole, principalmente riguardo a quegli aspetti oggi più rilevanti per determinare il cambiamento. Mi pare che anche il sistema universitario stia cogliendo questa sfida di sistema, specialmente in relazione all'organizzazione di laboratori e tirocini nelle scuole. Un altro fattore cardine è poi rappresentato dai territori: il territorio diventa infatti il cuore della triade tra ricerca centrale, scuole e università, perché è il fattore territoriale che caratterizza e cambia la situazione dentro le scuole e dentro le università. Ciascun territorio richiede di calibrare in maniera diversificata e flessibile gli indirizzi e le modalità di azione sia a scuola che all'università, perché mediante la conoscenza dei territori possiamo meglio intercettare i bisogni formativi dei singoli contesti di apprendimento. Un contesto di apprendimento che si pone quale nuovo elemento chiave per qualsiasi azione formativa: il contesto di apprendimento, infatti, rappresenta quel sistema in cui le scuole innovano nel quotidiano ma tenendo anche conto della tradizione storica delle scuole stesse».

 

Al tema dell'applicabilità pratica delle competenze apprese si rivolge Silvia Di Nicolantonio, insegnante di matematica e fisica nelle Marche e componente dei comitati regionali marchigiani per la valorizzazione della professione docente e l'accompagnamento scolastico nei processi di autovalutazione: «Come docente so bene quanto i corsi di aggiornamento e di formazione rischino a volte di mostrare un certo squilibrio tra componente teorica e applicabilità pratica delle nuove conoscenze apprese. Il Progetto PON Valu.E ha invece offerto una prospettiva diversa mediante un binomio tra una formazione autorevole e raffinata come quella proposta dai formatori universitari, e la declinazione di un dialogo diretto con le scuole sui territori. Le pubblicazioni universitarie sulle più recenti ricerche in tema di autovalutazione stanno, mi pare, sempre più trovando un risvolto concreto anche in considerazione del lavoro esperto di contatto diretto con le singole realtà scolastiche che ha l'obiettivo primario di valutare le ricadute di questo tipo di percorsi. Da diversi anni rilevo, in particolare, come le scuole avvertano con sempre maggior forza un'esigenza di contatto diretto con gli Esperti di valutazione. Discutere, parlarsi, confrontarsi sulle pratiche organizzative e di insegnamento viene ritenuto un aspetto qualificante del lavoro scolastico. Del resto ritengo che gli strumenti e le prospettive offerti dalla valutazione scolastica e dall'autovalutazione rappresentino un processo che va vissuto insieme. La nostra formazione di Esperti di valutazione scolastica innovativa – supportata dal Gruppo di lavoro di Valu.Elearn (INVALSI) mediante l'uso dell'omonima piattaforma digitale per l'apprendimento a distanza – è stata sempre molto approfondita, in grado di offrire molti spunti di riflessione, anche nel difficile periodo legato al Covid: eppure ci siamo sempre sentiti motivati per stare al passo con le attività proposte perché abbiamo percepito come molto attuali gli argomenti oggetto di studio sull'autovalutazione. Il lavoro diretto con le scuole ci ha consentito di tradurre operativamente le nuove competenze apprese: come sempre, in qualità di Esperti INVALSI, abbiamo cercato di entrare “in punta di piedi”, ponendoci in ascolto. All'Esperto di valutazione è, infatti, data la possibilità di presentarsi alle scuole con garbo e delicatezza. Solo in questo modo è possibile rilevare al meglio le esigenze dei docenti e della dirigenza. Non dimentichiamoci che si tratta di uno scambio: generalmente la comunità scolastica ringrazia l'Esperto di valutazione per la sua presenza sul territorio e l'Esperto di valutazione si arricchisce di un'esperienza reciproca di condivisione». 

 

Sulla dimensione sartoriale della formazione alla valutazione scolastica per il miglioramento si è soffermata anche l'analisi di Tiziana Zappatore, Dirigente scolastico presso l'Ufficio Scolastico Regionale pugliese e cultrice della materia in Pedagogia presso l'Università degli studi di Bari “Aldo Moro”: «Diffondere la cultura del cambiamento scolastico passa attraverso uno sforzo di condivisione comune tra i diversi professionisti che partecipano a questi programmi formativi, cui viene demandato il compito di divulgare anche ai propri colleghi la formazione ricevuta, al fine di un miglioramento comune delle pratiche. Oggi ci troviamo di fronte ad una circostanza secondo cui tutte le scuole hanno bisogni sempre più simili, ma è divenuto prioritario anche mettersi in ascolto delle specificità dei singoli territori e delle diverse realtà locali di appartenenza. In quest'ambito le parole-chiave devono essere quindi attenzione e ascolto. Un confronto continuo, come quello promosso dall'INVALSI, potrà avere un ruolo anche dal punto di vista della creazione di relazioni e collegamenti su più livelli fra le diverse istituzioni. Lavorare in maniera condivisa è fondamentale per impostare qualsiasi politica di miglioramento e per raccogliere buoni frutti». 

 

Allo sviluppo interindividuale delle competenze valutative ha fatto riferimento anche l'intervento di Claudio Goisis, insegnante distaccato presso l'USR Lombardo e docente di Metodi e strumenti per la valutazione presso il Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: «Nell'ambito dei percorsi di formazione e aggiornamento professionale recentemente promossi dall'INVALSI è come emerso un binomio fra lo sviluppo di competenze professionali individuali per la valutazione e una sistematizzazione di carattere interindividuale delle competenze apprese. Il personale scolastico è, infatti, enormemente ricco di competenze e l'INVALSI sta promuovendo il miglioramento delle competenze individuali per una comunità di apprendimento intesa in senso più ampio». Nella prospettiva del docente emerge inoltre la rilevanza del lavoro sulle competenze di analisi del dato: «La dimensione della messa a servizio di competenze interdisciplinari viene ulteriormente approfondita mediante la diffusione della cultura del dato, particolarmente promossa dalla ricerca INVALSI e da quella universitaria. È sempre più frequente la messa a disposizione di tecniche di analisi del dato e di studio di strumenti operativi, ma il passo in più che emerge dall'impegno dell'INVALSI è rappresentato dall'aggiornamento delle competenze del personale scolastico per una migliore data literacy all'insegna della condivisione del dato quale strumento utile per meglio leggere le diverse realtà scolastiche» ha concluso Goisis

 

 


I numeri di Valu.Elearn: il pilastro digitale del Progetto PON Valu.E

 

Lavoro di costruzione di competenze valutative di prossimità, quello proposto dall'attività formativa Valu.E for Schools, e attività di collaborazione in digitale quello che invece ha visto coinvolti esperti e personale scolastico coinvolto in Valu.Elearn, la piattaforma per la formazione a distanza sulla metodologia e le tecniche di ricerca sociale e valutativa a uso delle scuole, che ha costituito il pilastro digitale del Progetto PON Valu.E. Il gruppo di ricerca ha infatti progettato l'attivazione di una piattaforma centralizzata per l'apprendimento a distanza per i professionisti della scuola, gestita dall'INVALSI e chiamata Valu.Elearn: si tratta di un programma formativo inizialmente finalizzato a sostenere le competenze valutative in un campione di controllo di 45 scuole non direttamente coinvolte nell'attività di ricerca Valu.E for Schools, ma che dal novembre 2021 si è poi esteso sull'intera scala nazionale, arrivando a coinvolgere altre 44 scuole nel gruppo del secondo anno scolastico (2022-2023), per un totale di 853 corsisti tra insegnanti e Dirigenti scolastici formati. L'aggiornamento professionale favorito dalla modalità asincrona/online si è dimostrato particolarmente favorevole per estendere capillarmente all'intero territorio nazionale la partecipazione alle attività di ricerca e azione: alla prima edizione, inaugurata nel 2021, sono risultati iscritti 497 partecipanti, con il 64% di corsisti che ha potuto conseguire l'attestato di formazione finale rilasciato dall'INVALSI, per un totale di 316 professionisti del mondo della scuola formati; mentre all'edizione dell'A.S. 2022/2023 hanno preso parte 356 insegnanti e dirigenti, in grado di conseguire l'attestato finale per il 60%, con 213 attestati finali rilasciati dall'INVALSI. Valu.Elearn ha rappresentato il pilastro di ricerca digitale del Progetto PON Valu.E, mirato a sperimentare un modello di formazione erogato a livello centrale, laddove Valu.E for Schools è stato orientato a un approccio prossimo e decentrato a livello delle singole realtà scolastiche.

 


 

 

 

 
 
Rimani aggiornato sulle playlist e gli ultimi videoapprofondimenti del Canale Youtube dell'Area di ricerca Innovazione e sviluppo dell'INVALSI


Rimani aggiornato su tutte le novità del sito Valu.Egate – Innovazione e Valutazione per la Scuola anche inquadrando il QR Code:




<< Pagina indice