Emergenza Covid-19 e didattica a distanza. Gli insegnanti a lezione per imparare ad autovalutarsi
Durante il lockdown è continuato il progetto Valu.E for Schools: quattrocento tra docenti e dirigenti hanno seguito il corso di aggiornamento con l’Invalsi. Anche dalle regioni più colpite dalla pandemia
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Che fine hanno fatto i test Invalsi durante il lockdown? Erano appena cominciati e sono stati interrotti. La partecipazione alla rilevazione degli apprendimenti è stata anche cancellata (per quest’anno) dai requisiti per l’ammissione all’esame di maturità e nelle prossime settimane non ci saranno i dati sul sistema scolastico italiano che ogni anno l’istituto di valutazione presenta.
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I seminari
Ma il lockdown non ha spazzato via il lavoro che l’Invalsi fa con gli insegnanti. Che a loro volta non si sono tirati indietro. E’ il caso dei seminari organizzati nell’ambito del programma«Valu.E for Schools», con il contributo dei Fondi Sociali Europei 2014-2020: sono stati trasformati in webinair e così i 45 istituti comprensivi che avevano aderito, selezionati rigorosamente sulla base di un campionamento casuale e non individuati sulla base della partecipazione a precedenti iniziative dell’Istituto, hanno potuto partecipare. Tutte le scuole campionate hanno preso parte ai sette seminari riprogrammati in remoto, con un numero consistente di partecipanti: 400 tra dirigenti scolastici, insegnanti e professionisti del mondo scolastico di nove regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Campania e Sardegna). Molto ampia è stata la presenza delle scuole dei territori più colpiti dall’emergenza Covid-19, quali quelle lombarde, emiliane e piemontesi.
Il valore del lavoro
«L’interesse verso questa iniziativa non era affatto scontato - spiega la presidente dell’Invalsi Anna Maria Ajello - poiché le preoccupazioni del mondo della scuola si concentravano su altre priorità: la complessità del periodo, infatti, avrebbe indotto a pensare che le istituzioni scolastiche fossero esclusivamente impegnate a fronteggiare la didattica a distanza. In realtà, il bisogno di riflessività da parte della comunità scolastica non è venuto meno e molti docenti e dirigenti hanno agito non solo governando le nuove modalità didattiche e gestionali imposte, ma cogliendo, pur nell’eccezionalità del momento, l’opportunità per un aggiornamento professionale, attraverso la partecipazione a processi di apprendimento collaborativo e tra pari».