RicercAperta: l’archiviazione digitale della ricerca Open Access sulla valutazione innovativa

Il World Wide Web (W3) ha determinato negli ultimi decenni un enorme sviluppo nella circolazione della conoscenza. Quando, tra la seconda metà degli anni ’80 e i primi ’90, Tim Berners Lee sviluppò presso il CERN di Ginevra (e poi presso il MIT di Cambridge) i primi protocolli che diedero vita al World Wide Web (W3), sebbene il suo scopo fosse proprio quello di costruire un sistema per la creazione e lo scambio di ipertesti tra scienziati, non poteva certo immaginare che la sua invenzione sarebbe tanto rapidamente mutata nell’avvolgente ragnatela di comunicazione che conosciamo e che ha reso Internet il medium capace di integrare e trasformare tutti i precedenti.

La genesi di questa straordinaria invenzione, che si radica nei processi di digitalizzazione della comunicazione, segnandone un avanzamento sostanziale, appare debitrice, oltre che dei primi esperimenti sulla creazione di macchine per la creazione di documenti ipertestuali (come il Memex), anche delle filosofie più libertarie sulla programmazione e la circolazione del software: l’approccio open source (codice sorgente aperto, ossia trasparente, fruibile, verificabile e modificabile da chiunque) e il movimento per il software libero (dove libero significa open source e liberamente copiabile, anche se non necessariamente gratuito), cui i processi di progressivo sviluppo dei principali protocolli e applicazioni per il W3, peraltro, sono sempre rimasti fedeli, garantendone un’evoluzione rapida ma armonica.

Come per quelle comunità di programmatori che vedono nei software opere di conoscenza la cui libera circolazione ne promuove efficienza, affidabilità, adattabilità e innovazione, anche per la comunità scientifica appaiono essenziali al suo stesso sviluppo la più ampia fruizione dei prodotti della ricerca mediante pubblicazioni elettroniche gratuite (open access) e il libero accesso alle basi di dati (open data).

Poggiando su tali pilastri, a loro volta fondati sui processi di digitalizzazione dell’informazione, viene così a costituirsi e diffondersi una concezione – intrinsecamente democratica – di scienza aperta (open science) quale sistema di conoscenze empiricamente fondate che, diffuse liberamente a livello globale e prodotte su dati trasparenti e interrogabili, sono indefinitamente sottoponibili a falsificazione/verifica e fruibili ovunque e da chiunque per ogni possibile avanzamento, integrazione e applicazione in ogni settore della ricerca scientifica e tecnologica. Tuttavia, nel mare magnum che quotidianamente solchiamo mediante i nostri dispositivi digitali, l’information overload determina una certa difficoltà nel reperire l’informazione desiderata e/o affidabile e rende pertanto necessario l’uso di motori di ricerca che, costruendo cartografie semantiche delle risorse elettroniche e proponendo itinerari sitografici attendibili, offrono bussole per la loro individuazione.

Allo stesso modo, i repository di pubblicazioni scientifiche permettono di catalogare e reperire differenti tipologie di prodotti di ricerca nei più svariati variati ambiti dello scibile umano.

Tali risorse sono generalmente tanto più utili quanto più sono specializzate su specifiche branche del sapere (ad es. ERIC, Education Source, British Education Index per il mondo dell’educazione, APA PsycInfo®, Psychology and Behavioral Sciences Collection per quello della psicologia) e quanto più le politiche legate alla circolazione della ricerca scientifica e le istituzioni pubbliche e private interessate (mondo editoriale, università, biblioteche, archivi, ecc.) incentiveranno, come ad esempio fa già l’UE , logiche di pubblicazione in open access.

Il mandato istituzionale nel senso indicato dalla logica degli Open Data deriva dalle stesse indicazioni ministeriali per la gestione dei Progetti PON “Per la scuola”, come indicato dalla Strategia di comunicazione degli stessi (p. 6), nonché dal patrocinio dell’agenzia specializzata europea OpenAIRE (Open Science in Europe) ai repository digitali della ricerca scientifica, intesi espressamente nel loro «contributo di rendere e mantenere i dati di ricerca rinvenibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili» (dall’inglese FAIR: Findable, Accessible, Interoperable, Reusable).

Nel solco di un consolidato impegno dell’INVALSI a offrire le proprie pubblicazioni e i propri rapporti di ricerca in open access, in seno al progetto PON Valu.E e con lo scopo di disseminare i suoi risultati, si è sviluppata la sperimentazione del repository RicercAperta, progettato quale meta-risorsa in grado di offrire una raccolta di materiali scientifici sui temi della cultura e delle competenze della valutazione, dell’efficacia scolastica anche in relazione ai diritti e alle povertà educative, del rapporto tra formazione e innovazione, targetizzati in funzione di diverse audience (educatori e docenti, studenti e famiglie, ricercatori e valutatori).

Oltre ad essere stato sviluppato all’interno di un web CMS (Content Management System) open source come WordPress, RicercAperta integra nella sua architettura alcuni strumenti e protocolli utilizzati nel mondo dell’open science, specificamente studiati e selezionati in funzione degli scopi di archiviazione, ricerca e condivisione digitale dei materiali ospitati: – il Sistema DublinCore  – uno degli standard più diffusi per la catalogazione elettronica delle risorse editoriali – quale matrice di meta-tag dei contenuti ospitati; – il TESE (Thesaurus Europeo dei Sistemi Educativi)  – un’iniziativa della rete istituzionale europea Eurydice  – come riferimento bilingue (e potenzialmente plurilingue) per la classificazione tematica dei documenti (soggettario), mediante l’utilizzazione dei suoi termini all’interno del meta-tag “subjects” del DublinCore; – lo standard citazionale APA  – ampiamente utilizzato nelle pubblicazioni di ricerca in ambito sociale – per la costruzione e l’output del riferimento bibliografico alla fonte documentale. RicercAperta conta ad oggi 47 schede (17 nel repository in inglese e 29 in quello in italiano, di cui 13 documenti nella nostra lingua e 16 traduzioni dei documenti in lingua inglese) tra abstract, articoli in rivista e in atti di convegno, presentazioni multimediali e poster in conferenze scientifiche, monografie e saggi in curatele, rapporti di ricerca e working paper.

Ma il repository è in fase di rapido popolamento ed è destinato a raccogliere tutto il materiale di ricerca del progetto PON prodotto dal suo team e dai suoi partner (scuole, università, associazioni di ricerca nazionali e internazionali). Tuttavia, al di là dei numeri delle risorse disponibili nel nostro repository – al momento ancora limitate e comunque anche in futuro non certo in grado di competere con collettori di risorse scientifiche quali quelli precedentemente citati – pensiamo che il valore dell’iniziativa sia da ricercare nella selezione mirata dei materiali che raccoglie e che, grazie al rapporto privilegiato di INVALSI con le audience sopra identificate, è in grado di offrire ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

Nell’ottica di offrire un prodotto con caratteristiche di eccellenza e orientato a un continuo miglioramento, RicercAperta potrà prevedere sviluppi basati su studi e analisi più approfondite, che coinvolgano non soltanto i protagonisti del mondo della scuola, con cui il Progetto PON Valu.E si confronta quotidianamente, ma anche esperti di digitalizzazione e biblioteconomia per le policy della ricerca pubblica, in un confronto a più voci mediato da strumenti di ricerca sociale tra cui focus group e delphi group. Un repository scientifico come RicercAperta – nel contesto del sito multifunzione Valu.Egate (INVALSI), portale ufficiale del Progetto PON Valu.E dedicato all’innovazione e alla valutazione per la scuola – si configura quindi come contributo in divenire a supporto della qualità della valutazione del sistema educativo, con l’occhio rivolto alle strategie e pratiche più innovative per la digitalizzazione e la trasparenza della ricerca pubblica europea: un lavoro da capitalizzare!

 

Per approfondire:

T. Berners-Lee, M. Fischetti, M.L. Dertouzos, Weaving the Web: the original design and ultimate destiny of the World Wide Web by its inventor, HarperSanFrancisco, San Francisco, 1999.

J.D. Bolter, R. Grusin, Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, Guerini e Associati, Milano, 2003 (ed. orig. 1999).

J. Nyce, P. Kahn (a cura di), Da Memex a Hypertext. Vanner Bush e la Macchina della Mente, Muzzio, Padova, 1992.

Il Sistema Operativo Software Libero GNU.

European Commission – Open Science.

Dublin Core – Metadata Innovation.

TESE (Thesaurus Europeo dei Sistemi Educativi)APA Style – American Psychological Association.

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