Reti di formazione professionale: opportunità di miglioramento sostenibile per la scuola

La Redazione di Valu.Enews ha incontrato il professor Chris Brown e la professoressa Cindy Poortman durante gli ultimi due Congressi internazionali per l’efficacia e il miglioramento della scuola (ICSEI) tenutisi a Stavanger nel 2019 e a Marrakech nel 2020. Alla luce di quell’insieme di diverse riflessioni sulla sfida decisiva di garantire un’istruzione di qualità per tutti, che Valu.Enews ha promosso nella Special Issue dedicata alle attività di ricerca dell’ICSEI e pubblicata nel maggio scorso, abbiamo allargato il discorso sino a concentrarci sull’apprendimento professionale del personale scolastico, in occasione del numero di settembre dedicato a Valu.E for School, l’attività di ricerca del Progetto PON Valu.E che si concentra sullo sviluppo delle competenze valutative dei docenti e dei dirigenti scolastici italiani.

Chris Brown è professore di educazione alla School of Education dell’Università inglese di Durham. Brown si occupa prevalentemente di approfondire il concetto di reti di apprendimento professionale (o Professional Learning Network in lingua inglese) come mezzo per promuovere l’apprendimento collaborativo degli insegnanti. 

Cindy Poortman è Professoressa aggregata presso l’Università di Twente nei Paesi Bassi. Nell’ambito della ricerca e della didattica, si occupa di sviluppo professionale degli insegnanti e dei dirigenti scolastici mediato da reti di apprendimento professionale. 

Brown e Poortman sono i co-fondatori e coordinatori della rete “Professional Learning Networks” nell’ambito delle attività di ricerca del Congresso internazionale per l’efficacia e il miglioramento della scuola (ICSEI). Essi hanno curato congiuntamente il volume Networks for Learning: Effective Collaboration for Teacher, School and System Improvement (Routledge Londra 2018).L’apprendimento cooperativo degli educatori In un sistema educativo, l’equità dei risultati dipende sempre dalla qualità degli insegnanti, un elemento che potremmo definire come ‘variabile’. Essa, in particolare, rappresenta un elemento migliorabile attraverso una crescita professionale di alto livello. Se adeguatamente strutturata, la crescita professionale del personale docente può determinare il cambiamento delle conoscenze e dei processi didattici degli insegnanti e, parallelamente, anche dei risultati conseguiti dagli studenti. 

Una crescita professionale di alto profilo può favorire tanto la qualità quanto l’equità dell’istruzione (che si possono considerare due facce della stessa medaglia). L’apprendimento attivo e collaborativo è uno degli elementi-chiave per un’efficace formazione professionale del personale docente. Da ciò deriva l’attenzione crescente verso l’apprendimento collaborativo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e degli altri attori coinvolti nella didattica, preferibilmente con il coinvolgimento di ricercatori e/o decisori politici. 

A tal riguardo, il nostro lavoro si concentra sulle reti di formazione professionale (Professional Learning Networks in lingua inglese), definite come gruppi di educatori (per esempio insegnanti e dirigenti scolastici, preferibilmente in collaborazione con ricercatori e/o policy-maker) che collaborano tra loro al di fuori del proprio ambiente di lavoro di tutti i giorni allo scopo di favorire una formazione collaborativa utile per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento da parte degli studenti. Un esempio in questo senso sono le reti di ricerca e formazione, i gruppi di docenti per la programmazione didattica, i gruppi di raccolta dati, le reti di formazione mista, e le comunità di ricerca interdistrettuali. 

Le reti di formazione professionale, in particolare, sono considerate uno strumento ricco di potenzialità perché possono aiutare gli insegnanti a cambiare i processi didattici e migliorare i risultati degli studenti. La ricerca su casi di studio ha spesso evidenziato come i partecipanti accolgano favorevolmente il proprio coinvolgimento in una rete che offra la possibilità di sviluppare anche conoscenze e competenze legate ad uno specifico tema. Ad esempio, i partecipanti acquisiscono maggiore consapevolezza sulle modalità di apprendimento dei loro studenti e sono quindi in grado di modulare al meglio la propria offerta didattica. Tuttavia, Il raggiungimento di risultati concreti, che vadano oltre la soddisfazione personale e le opportunità di formazione, rappresenta una sfida cruciale. Le ricerche evidenziano la complessità dell’impegno necessario sia nell’ambito delle attività della rete stessa (per esempio, concordando un modello condiviso tra i partecipanti della rete sulla formazione degli studenti, oppure dedicandosi alla riflessività sulla propria attività professionale) sia nell’ambito delle scuole partecipanti (sostegno della dirigenza scolastica, modelli diffusi di leadership). Anche coinvolgere altri colleghi nelle scuole partecipanti può rivelarsi un’azione difficoltosa e che richiede un impegno proattivo fin dall’inizio. Anche il contesto delle politiche educative svolge un ruolo importante. Sono infatti numerosi gli esempi in cui le Reti di Formazione Professionale hanno consentito di migliorare la coerenza dei programmi educativi e della valutazione formativa, migliorando il supporto didattico e l’apprendimento da parte degli studenti. Per confermare le evidenze raccolte, saranno necessarie ulteriori ricerche quasi-sperimentali e di maggior durata.   Le reti di formazione professionale in contesti problematici Sebbene si prestino al conseguimento di numerosi obiettivi in svariati contesti, le reti di formazione professionale si rivelano particolarmente utili per migliorare i risultati didattici nei contesti più svantaggiati. Gli approcci usati da tali reti, nella fattispecie, hanno permesso di rispondere efficacemente alle diverse e numerose esigenze che caratterizzano tali contesti. Ad esempio garantendo a tutti gli studenti, indipendentemente dal contesto di provenienza, quelle conoscenze minime necessarie per fronteggiare con successo le sfide della società moderna, contribuendo alla transizione degli studenti dall’ambiente scolastico a quello lavorativo o rispondendo a problemi sociali quali l’obesità infantile o il benessere e la salute mentale dei bambini. Tra le reti internazionali dedicate al tema della formazione professionale che mirano a migliorare i risultati degli studenti più svantaggiati o che vivono in contesti problematici possiamo elencare: Challenge Partners, una rete sempre più ampia che comprende oltre 430 scuole primarie, secondarie e speciali, e istituti di formazione alternativa in Inghilterra. Fondata circa 20 anni fa, la rete si pone l’obiettivo di affrontare il problema della disparità educativa e di migliorare le opportunità di vita dei bambini, specialmente quelli che vivono in contesti svantaggiati. Le scuole di questa rete sono organizzate in poli locali che collaborano per apportare un fattivo miglioramento rispetto alle questioni più urgenti di volta in volta identificate. Tali poli locali operano anche con altri attori sul territorio nazionale per favorire una maggiore condivisione delle conoscenze tra diversi istituti scolastici. Il Knowledge Network for Applied Education Research (KNAER), promosso dal Ministero dell’Istruzione canadese dell’Ontario, l’Università di Toronto e la Western University, mira a mobilitare la ricerca e la conoscenza per migliorare i processi didattici e i risultati degli studenti. Il KNAER contribuisce alla visione del Ministero canadese di conseguire l’eccellenza attraverso quattro reti tematiche: matematica, benessere dello studente, equità e istruzione delle popolazioni native. La rete ha lo scopo di collegare le scuole e le università al fine di: 1) promuovere l’utilizzo di approcci didattici nell’insegnamento della matematica basati sulla ricerca e sulla condivisione di conoscenze attendibili (evidence-informed) per migliorare i risultati degli studenti; 2) eliminare le barriere all’eccellenza educativa per bambini e giovani emarginati; 3) promuovere il benessere e la salute mentale nell’istruzione; 4) sostenere l’istruzione delle popolazioni native.  La rete tedesca One Square Kilometre of Education, intende unire gli sforzi di varie organizzazioni locali in ambito formativo per creare una vera e propria “alleanza” educativa. I membri della rete si assumono la responsabilità congiunta dell’istruzione di tutti i bambini e i ragazzi che vivono nell’area per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Oltre alle scuole, la rete coinvolge anche agenzie di pianificazione e sviluppo urbano, aziende sanitarie e altre associazioni locali. Il presupposto su cui si basa la rete è che nessuna istituzione o persona sia in grado di assolvere da sola al complesso compito di colmare il divario educativo di bambini e giovani. Occorre quindi creare una vera e propria catena di sostegno educativo nell’ambito di ciascuna specifica comunità: in questo caso, si tratta di una catena ininterrotta che si estende per un periodo di dieci anni durante i quali i bambini e i ragazzi vengono seguiti nei loro studi.   Sostenibilità nell’innovazione didattica Garantire la sostenibilità di qualsiasi tipo di innovazione didattica rappresenta sempre una sfida. Lo stesso vale per le reti di formazione professionale. Di certo arriverà un momento in cui le modalità e l’opportunità stessa di proseguire le attività saranno messe in discussione. Innanzitutto, non è facile definire il concetto di sostenibilità. A tal fine riteniamo utile descriverlo come quel processo d’integrazione e adeguamento degli aspetti principali dell’intervento nei processi organizzativi relativi alle attività in corso (cf. Prenger et al., cit. p. 35). Ciò significa che al termine dell’intervento, gli aspetti ritenuti strategici per favorire e radicare l’innovazione dovrebbero entrare a far parte dei processi organizzativi delle scuole. Allo stesso tempo, è essenziale valutare la loro adattabilità a livello locale.
 Dedicarsi a identificare quali siano gli aspetti strategici per favorire e radicare l’innovazione rappresenta un’operazione di fondamentale importanza anche per le stesse attività delle reti di formazione professionale: in particolare, si tratta di un modo di collaborare, e spesso di unire gli sforzi per la ricerca e lo sviluppo, elementi che sarebbe utile integrare nei processi didattici della scuola. In questo modo, la partecipazione a una Rete può diventare parte integrante delle normali attività d’insegnamento e formazione che ci si aspetta dalla scuola e dal personale docente. La tentazione di creare una Rete di Formazione Professionale per risolvere problemi immediati o per raggiungere obiettivi a breve termine è molto forte. Per garantire la sostenibilità, tuttavia, è importante allineare l’attività della rete alla visione educativa a lungo termine della scuola e degli attori in essa coinvolti. Questo vale per l’approccio condiviso sull’apprendimento degli studenti, per la dirigenza (sia della rete sia delle scuole partecipanti), ma anche per quanto attiene alle politiche educative. 

In un nostro studio sul ruolo della dirigenza scolastica nella promozione della sostenibilità dei gruppi di raccolta dati, abbiamo utilizzato un Questionario mirato a identificare e indagare i fattori che maggiormente influiscono sulla sostenibilità. Dallo studio è emerso che i fattori organizzativi della scuola, di cui la dirigenza risulta una componente fondamentale, tendono a essere i più significativi. Un’innovazione che comporti la collaborazione con delle reti per la raccolta di dati deve essere allineata alla visione e agli obiettivi della scuola, che devono essere comunicati in maniera interattiva. Il grado di coinvolgimento dei docenti e l’efficacia dell’innovazione, inoltre, rappresentano componenti altrettanto essenziali. Spesso, i partecipanti a una rete, e in generale i propri colleghi, indicano nella “mancanza di tempo” uno dei fattori principali che ostacolano le attività della rete stessa e, di conseguenza, anche la stessa sostenibilità. La leadership, però, non può limitarsi a facilitare un processo (per esempio, in termini di tempo e risorse), ma deve garantire altresì sostegno, consapevolezza e una visione chiara. La distribuzione delle competenze e la coerenza delle attività della dirigenza rappresentano un altro fattore decisivo. Chiedendo ai docenti come mai un’innovazione non abbia adeguatamente funzionato, quasi sempre essi indicheranno la mancanza di tempo come il fattore principale, o tra i fattori principali. Di contro, al netto del fattore-tempo di cui abbiamo parlato, altri ostacoli principali sembrano essere la mancanza di una visione, oppure l’assenza di sostegno, o altri fattori analoghi. Sulla base di questo studio, abbiamo sviluppato alcuni strumenti-pilota per aiutare gli educatori (a partire dai dirigenti scolastici, a livello formale e informale) a prendere in considerazione gli elementi utili per garantire la sostenibilità prima ancora di avviare la costituzione di una rete. Creare e sviluppare delle reti di formazione professionale per il miglioramento sostenibile della scuola non dovrebbe, infatti, rappresentare solo un momento nella fase della ricerca di nuove pratiche, ma un vero e proprio processo che ha inizio ancor prima della creazione delle reti stesse.    Per approfondire: Brown, C. (2020) The Networked School Leader: How to improve teaching and student outcomes using learning networks (London, Emerald).

Brown, C. and Flood, J. (2019) Formalise, Prioritise and Mobilise: How school leaders secure the benefits of Professional Learning Networks (London, Emerald).

Darling-Hammond, L., Hyler, M. E., Gardner, M. (2017). Effective Teacher Professional Development. Palo Alto, CA: Learning Policy Institute. Retrieved from: https://learningpolicyinstitute.org/product/teacher-prof-dev.

Datnow, A., & Park, V. (2018). Professional collaboration with purpose: Teacher learning towards equitable and excellent schools. New York: Routledge.

Kyriakides, L., & Creemers, B. P. (2011). Can schools achieve both quality and equity? Investigating the two dimensions of educational effectiveness. Journal of Education for Students Placed at Risk (JESPAR), 16(4), 237-254.

Van den Boom-Muilenburg, S. N., Poortman, C. L., Schildkamp, K., De Vries, S., & Van Veen, K. (2020). The Enactment of Integrated School Leadership for Sustainable School Improvement with Data Teams. Paper presented at the 33rd International Congress for School Effectiveness and Improvement (ICSEI), Marrakech, Morocco.

Poortman, C.L., Brown, C. & Schildkamp, K. (submitted). Professional Learning Network processes and the link to student outcomes: a conceptual model of impact and research opportunities.

Poortman, C. L., & Schildkamp, K. (2016). Solving student achievement problems with a data use intervention for teachers. Teaching and teacher education, 60, 425-433.

Prenger, R., Tappel, A.P.M., Schildkamp, K. & Poortman, C.L. (submitted). How can educational innovations become sustainable?A review of the empirical literature.

Schnellert, L. (2020). Exploring the Potential of Professional Learning Networks. In Professional Learning Networks: Facilitating Transformation in Diverse Contexts with Equity-seeking Communities. Emerald Publishing Limited.

Tappel, A., Poortman, C.L., Schildkamp, K. & Visscher, A.J. (2020). Factors influencing the sustainability of a data use intervention. Paper presented at the 33rd International Congress for School Effectiveness and Improvement (ICSEI), Marrakech, Morocco.   Per ulteriori informazioni sulle attività e le pubblicazioni della nostra Rete, invitiamo a consultare:ICSEI network of Professional Learning Networks.Emerald Professional Learning Networks series.• Per coloro che già collaborino con una Rete e desiderino presentare una pubblicazione, invitiamo a consultare il sito della collana di studi sulle reti di apprendimento professionale in ambito educativo, diretto congiuntamente dai Proff. Chris Brown e Cindy Poortman.  

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